La Storia
L’Eremo dei Romiti, situato sulla sommità del Monte Froppa, è stato l’unico convento esistito in Cadore. Fu costruito tra il 1720-21, dopo che il frate Giovanni Maria Pinazza di Domegge di Cadore, vi si stabilì, insieme ad alcuni compaesani e frati provenienti dalle località limitrofe quali Lorenzago, Auronzo e Pelos. La chiesa venne costruita quattro anni dopo, grazie alle donazioni di privati cittadini, e fu dedicata a San Giovanni Battista.
25 furono i frati che abitarono l'eremo in 90 anni di attività fino all'editto napoleonico che ne decretò la chiusura.
Facevano parte del Terzo Ordine Francescano, frati minori, penitenti, laici detti anche “dei Romiti” (eremiti). Vivevano di povertà e preghiera, coltivano soprattutto patate, e mendicando quello di cui avevano bisogno. Erano inoltre famosi nella zona per la loro produzione di miele. Seguivano con dedizione i severi precetti dell’ordine, “costituzione di regole interne” che descriveva molto dettagliatamente le regole da seguire all'interno della casa ed i rapporti con la Comunità.
Fondatore del convento fu Giovanni Maria Pinazza (25 dicembre 1688), giovane di Domegge di Cadore che, dalla Chiesa della Molinà, chiese autorizzazione all'allora pievano di Pieve di Cadore di costruire una piccola cella, ove ritirarsi da eremita, in cima al monte Froppa.
Morì nel 1755, le sue spoglie furono portate dai confratelli di nuovo alla chiesa della Molinà.
L’eremo fu abbandonato il 20 aprile 1810, per decreto dell’Imperatore francese Napoleone Bonaparte, il quale imponeva la chiusura dei monasteri religiosi, in tutta Europa. Nel 2009 il monastero venne restaurato dal Comune di Domegge di Cadore, grazie ai contributi Interreg, mentre per la chiesa il lavoro di rifacimento tetto è partito nel 2014. Il restauro della parte interna è partito nel 2023. Nel 2009 il monastero venne restaurato dal Comune di Domegge di Cadore, grazie ai contributi europei, mentre per la chiesta il lavoro di restauro è partito nel 2014.
Domegge di Cadore: Numerosi sono i reperti dell’età del Bronzo rinvenuti nella zona, tuttavia le sue origini fondano in epoca romana, come avamposto dell’Impero, al quale fu dato il nome di Dumilia. Il primo documento storico, risale al 1328, in cui compaiono i nomi di 5 sindaci dei 5 borghi che compongono l’odierno Comune di Domegge. All’inizio del XX secolo, Domegge come tutta l’Italia, fu interessata dai fenomeni migratori. Un improvviso miglioramento, si ebbe nella seconda metà del XX secolo, grazie allo sviluppo nel Cadore dell’industria dell’occhiale, la quale causò di contro l’abbandono dell’attività silvo-agro-pastorale.
Percorsi
Da Domegge di Cadore in macchina si seguono le indicazioni per i rifugi Padova, Cercenà ed Eremo dei Romiti. Si scende al lago e si attraversa il ponte di Domegge. Si lasciano alle spalle le deviazioni per i rifugi Padova e Cercenà e si prosegue dritti per 200m. Si parcheggia l'auto Si parcheggia l'auto al parcheggio di fronte al lavatoio coperto.
Da qui si segue la strada sterrata. Si attraversa un ruscello con passerella e dopo circa 100 metri sulla destra si sviluppa il sentiero 347 CAI che porta all'eremo. Il percorso nel bosco corrisponde alla “Via Crucis” sentiero, che rappresenta la via più frequentata e più caratteristica candidato al Catalogo dei Cammini dei Religiosi. Oppure proseguire per la strada silvo-pastorale.
Il sentiero sale piacevolmente nel bosco, coprendo un dislivello di circa 500 mt e permettendo di raggiungere il rifugio in 1 oretta ( famiglie con bambini 1.30H). Lungo il percorso sono state installate le 15 stazioni della Via Crucis in legno intagliato e decorato e, vicino al rifugio, si incontra un meraviglioso capitello in muratura con affreschi.
Sentiero e strada sono percorribili d'estate a piedi o MTB, d'inverno ( neve permettendo ) a piedi o con le ciaspe
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